Il direttore del Siviglia Monchi si prepara ad affrontare il suo vecchio club nella finale di Europa League e ammette pienamente il suo flop Roma era '95 per cento colpa mia.'

Si sfideranno per il trofeo a Budapest il 31 maggio, una resa dei conti che ha un sapore in più considerando il breve e sfortunato periodo di Monchi come direttore generale della Roma.

Da aprile 2017 a marzo 2019, quando è tornato al Siviglia, club in cui era già stato dal 2000 al 2017.

“Sarò sempre grato a Jim Pallotta per avermi portato alla Roma, che è un club più grande di quanto le persone credano al di fuori dell'Italia. Non mi sentirete mai parlare male di lui o delle altre persone che hanno lavorato con me in quel periodo.

Tra i rimpianti che ha da quel momento c'è la decisione di esonerare l'allenatore Eusebio Di Francesco nel marzo 2019, poco dopo che li aveva portati in semifinale di Champions League.

“Pensavo che Eusebio meritasse di chiudere la stagione. Veniva da quell'incredibile impresa contro il Barcellona e aveva accettato le cessioni di giocatori importanti ordinati dal club, come Mohamed Salah, Antonio Rudiger, Leandro Paredes e Mario Rui.

“Credo che avesse solo bisogno di ritrovare un po' di fiducia in se stesso. I proprietari del club avevano altre idee, quindi ho pensato che fosse meglio per me lasciare il ruolo a qualcun altro. Di Francesco non è stato l'unico motivo dietro la mia partenza, semplicemente non eravamo più in sintonia".

Monchi però non addossa al patron Pallotta la colpa di quell'incomprensione, anzi.

“È colpa mia, almeno il 95% è stata colpa mia. Sarebbe facile per me ora dire che non mi è stato permesso di lavorare come volevo, ma non sarebbe la verità. Non entro nei dettagli, mi chiedo se Pastore o altri acquisti non abbiano ragione, ma non mi soffermo sui singoli.

"Posso solo dire che ho sbagliato e non sono stato in grado di soddisfare le aspettative che mi ero prefissato".

Monchi è ancora profondamente impopolare tra i tifosi della Roma per alcuni dei suoi costosi acquisti che si sono rivelati dei flop, come Patrik Schick, Javier Pastore, Rick Karsdorp, Cengiz Under, Justin Kluivert, Robin Olsen e Steven Nzonzi.

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