Il difensore del Monza Armando Izzo è stato giudicato colpevole di associazione con la mafia napoletana e frode sportiva per uno scandalo di scommesse dai suoi tempi ad Avellino, ma farà appello.

Il 31enne difensore centrale all'epoca giocava per l'Avellino nella stagione di Serie B 2013-14 quando sono stati individuati schemi di scommesse irregolari intorno a una delle loro partite.

Izzo ha sempre sostenuto la sua innocenza nelle indagini che vanno avanti dal 2016.

La Procura di Napoli ha suggerito una condanna a quattro anni e 10 mesi per Izzo nel dicembre 2022 e oggi l'agenzia di stampa Ansa riferisce che il verdetto è arrivato con una condanna a cinque anni.

Come sempre nel sistema giudiziario italiano, questa è solo la prima fase del processo e qualcuno non è considerato colpevole fino a quando non è stato completato il quarto e ultimo grado del processo di appello.

Ciò significa che non dovrà scontare alcuna pena detentiva fino a quel momento, e molto probabilmente nemmeno allora.

Izzo è stato coinvolto nell'inchiesta perché suo cugino è Umberto Accurso, il capo del clan Vinella Grassi di Secondigliano.

Il Monza ha rilasciato un comunicato in cui esprime solidarietà e sostegno a Izzo, “convinto che sia estraneo all'organizzazione criminale. I legali del giocatore sono delusi dalla sentenza e aspettano di leggere la motivazione, dopodiché presenteranno ricorso".

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