Gianluca Scamacca rivela di aver preferito il suo assist al gol il pareggio 2-2 con il Verona e spiega come il suo gioco è "cambiato" da quando è arrivato Atalanta.

La Dea era in vantaggio per 2-0 Verona stasera a Bergamo con Scamacca che realizza uno splendido tiro al volo, poi fornisce l'assist per liberare Ederson per il raddoppio.

Tuttavia, l'Hellas ha reagito con due gol in quattro minuti grazie a Darko Lazovic e Tijjani Noslin e ha pareggiato 2-2.

“È stato un peccato, perché eravamo partiti forte, avevamo la partita in mano, poi due incidenti hanno ribaltato tutto. È un rammarico" ha detto a Sky Sport Italia.

“È naturale che arrivino le gambe fresche e siamo stati sfortunati con le occasioni a non segnare di più. Dobbiamo rialzarci, perché giovedì ci aspetta un’altra battaglia”.

Si tratta della gara di ritorno dei quarti di finale di Europa League, quando l'Atalanta si è imposta 3-0 in casa del Liverpool con una doppietta di Scamacca.

Ha segnato sette gol nelle ultime otto partite, ma insiste che non è stato distratto dalle ambizioni europee.

“Stasera non pensavamo al Liverpool, volevamo solo prendere i tre punti home contro il Verona e ho provato a dare il 100%”.

Il gol fa notizia, ma Scamacca si rivela anzi più orgoglioso dell'assist per Ederson.

“Forse l’assist era migliore. Sono contento che il mio compagno di squadra abbia segnato ed è stato un buon passaggio, un buon movimento, quindi forse ho preferito quello”.

È perché il colpo alto con il piede sinistro e il tiro al volo con il destro erano qualcosa che aveva già fatto in precedenza?

“Facciamo tanto allenamento su questi gesti in allenamento, la palla mi ha retto bene e ho seguito il mio istinto nel tiro. È andata bene."

Euro 2024 inizierà il 14 giugno e lo stato di forma attuale di Scamacca rende probabile che sarà il centravanti di prima scelta per la squadra di Luciano Spalletti.

Quanto di questo è dovuto ai miglioramenti visti lavorando con Gian Piero Gasperini e l'Atalanta?

“Da quando sono arrivato qui, c’è stato un grande cambiamento nel modo in cui approccio le partite, nella quantità di corse, nell’intensità che metto in campo”.

 

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