Henrikh Mkhitaryan spiega perché è nella forma della sua vita all'età di 35 anni Inter. "Mi dispiace di non dare più tempo in campo ai miei compagni di squadra."

La festa per il titolo era in pieno svolgimento quando i nerazzurri passarono due volte in vantaggio con Marcus Thuram e un rigore di Hakan Calhanoglu, ma Cagliari ha reagito con Eldor Shomurodov e Nicolas Viola per il pareggio 2-2.

“Questo non è un passo indietro. È vero che volevamo i tre punti e ne abbiamo ottenuto uno, ma continuiamo il nostro percorso e vogliamo vincere lo scudetto”. Lo ha detto Mkhitaryan a DAZN.

"Ogni titolo è difficile, giochiamo in un campionato con tante squadre forti e tatticamente intelligenti".

Vuol dire che può matematicamente ancora conquistare lo scudetto nel derby della Madonnina contro le rivali Milano lunedì 22 aprile, ma solo con una vittoria in quella partita.

Ciò rende anche impossibile per l’Inter eguagliare il record di tutti i tempi della Serie A di 102 punti in una sola stagione, dato che il massimo che può ora raggiungere è 101.

In molti davano per scontato che stasera il veterano armeno avrebbe riposato, soprattutto perché è a un cartellino giallo dalla squalifica in vista del Derby della Madonnina.

Invece è tornato titolare ed è il nome che Simone Inzaghi scrive sulla scheda, giocando 42 partite ufficiali, 40 delle quali da titolare.

“Mi sento bene e soprattutto adesso giochiamo solo una partita a settimana, non sento il bisogno di riposarmi. Mi dispiace solo per i miei compagni che non concedo loro più tempo in campo, ma le decisioni le prende l'allenatore”.

Qual è il segreto affinché Mkhitaryan sia in forma nella sua vita a 35 anni?

“Mi curo, dormo bene, mangio bene, mi alleno bene con l'aiuto dello staff. Voglio dimostrare che sono pronto, giocare e divertirmi”.

A Inzaghi è stato chiesto se si sarebbe fatto un tatuaggio per festeggiare lo scudetto, ma ha risposto che non gli piacciono. E che dire di Mkhitaryan?

“No, non piacciono neanche a me i tatuaggi. Non ne ho e non ne avrò nessuno."

Allora come ricorderà l'armeno il primo titolo europeo della sua carriera?

“Rimarrà nella mia mente e nei libri di storia”.

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